La piccola chiesa di S. Giovanni Decollato, un tempo annessa al lazzaretto, sorge sulla strada che da Cannara conduce a Limigiano e a Bevagna; Non si conosce la data della sua edificazione, di sicuro esiste nel 1541, anno in cui viene abbellita con affreschi che, secondo alcuni studiosi sono da attribuire al pittore assisiate Dono Doni, allievo di Giovanni di Pietro detto “lo Spagna“.
Di questa cappellina campestre leggiamo qualche notizia nel resoconto della Visita Pastorale di mons. Pietro Camajani (3 settembre 1573): viene detta anche “Lo Spedalicchio“. Essa era adibita a lazzaretto e a luogo di sepoltura durante le grandi calamità epidemiche, e l’edificio serviva da ricovero per l’isolamento dei casi più gravi.
Dal resoconto della Visita Pastorale del vescovo Nicanore Priori del 1890, apprendiamo che, in attesa dell’apertura del nuovo Cimitero, in San Giovanni Decollato “furono trasportati provvisoriamente i cadaveri” stando fatto divieto di seppellirli come in precedenza nelle chiese.
L’edificio si presenta con tetto a capanna privo di campanile, conserva il perimetro murario in laterizi ed una semplice decorazione a dentelli; all’esterno si notano alcune formelle di terracotta.
Il portale ad arco è in mattoni, come del resto quasi tutta la struttura, e si trova fuori asse rispetto alla struttura a capanna del tetto. Nella parte posteriore si evidenzia un abside intonacato con cornice dentellata a mattoni.
L’interno è a navata unica priva di decorazioni mentre è affrescata nel piccolo catino absidale dove è la Madonna col Figlio, tra San Giovanni Decollato e San Nicola di Bari, a destra affiora un frammentario San Rocco, mentre a sinistra si intravede parte del corpo di San Sebastiano, i due santi tradizionalmente protettori contro la peste, visibili per intero in una rara foto d’archivio dei primi del novecento.
San Nicola è identificabile dai suoi emblemi, mitra e bastone pastorale, simbolo del vescovado e dal libro tenuto tra le mani, sormontato da tre sacchetti d’oro.
Gli affreschi datati 1541 ed eseguiti in occasione di un generale restauro della cappellina campestre (Camaiani 1573, c.72), possono essere attribuiti al pittore assisiate Dono Doni (Assisi 1500-1575), allievo di Giovanni di Pietro detto lo Spagna, alla cui cerchia sono generalmente riferiti.
La chiesa è stata restaurata a più riprese nel corso del novecento, quando era ormai in completa rovina; dopo vari tentativi di coinvolgere la Soprintendenza affinché provvedesse al restauro, questo viene effettuato alla fine degli anni Ottanta.
Testi Mario Scaloni – Foto Mario Scaloni Francesco D’Antonio
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